Famiglie e Poderi - LONGOBARDINFOTO

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   Famiglia e Poderi
Da un piccolo registro del 1449 si potrebbe ricavare qualche notizia del territoro di Longobardi,ma presenta importanza molto maggiore un'altro registro del 1884 conservato nell'archivio di S.Scolastica, a Subiaco. Vi troviamo un elenco dei poderi, orti,vigne,e case della grancia di S.Maria di Turriano;c'è tutto il territorio del comune di Longobardi con i nomi delle località di campagna, che tranne poche eccezzioni,sono gli stessi di oggi,con i nomi e cognomi dei coltivatori e possidenti loro confinanti, molti dei quali si sono ripetuti fino ad ora, nel susseguirsi delle varie generazioni, nel corso di cinque secoli.
Molte delle famiglie residenti a Longobardi nel 1400 hanno continuato ad abitare ininterrottamente nella vasta tenuta monastica, fino ai giorni nostri,
col continuo succedersi dei loro discendenti e si può notare che tanti possiedono le propietà avute un tempo in enfiteusi dall'abbazia, ormai non più gravante di alcun impegno. Il manosritto,di notevole interesse per la storia del comune di Longobardi, con la ricchezza di dati onomastici e toponomastici antichi e inediti, è redatto in una scrittura che è un miscuglio di latino e di dialetto calabrese,con le abbreviazioni dell'epoca.Dai dati del predetto registro risulta che i poderi sono tutti di piccola
estensione, di poche tomolate, o anche meno e questa caratteristica si nota tuttora, con eccezzione dei terreni della montagna, di vaste proporzioni,in gran parte
attualmente appartenenti al comune. E' evidente l'uso della cultura intensiva, come comporta il clima e la qualità del terreno.
Un paesaggio tutto verde ci si presenta davanti, con vigne che producono il noto vino generoso, ulivi,che fioriscono il più prezioso prodotto locale e molti alberi da frutto, tra cui  domina il fico.
Nel registro troviamo indicato, per ogni fondo, orto, o vigna, la superficie e il canone annuo che si doveva pagare, come anche l'affitto delle abitazioni,poste nel casale di Longobardi. Sono ricordati i diritti spettanti alla grancia di S. Maria di Turiano: si doveva pagare la gabbella per comprare e vendere nel casale di Longobardi e suo territorio
ed era prescritta una quota sulla pesca in mare.
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