PADRE FRANCESCO PRESTE
Il Padre Francesco Preste appartiene alla schiera di quelle anime elette che sentono la loro vita come una missione di amore e di bontà. Dall'esempio dei grandi Santi aveva tratto l'insegnamento a ben vivere e a ben operare e la sua breve apparizione nel mondo non fu spesa che in opere di carità. Sull'esempio di San Francesco amò i poveri più di se stesso, confortò
con la parola sublimata dalla Fede i cuori afflitti, visitò le soffitte più umili, si accostò con amore fraterno al capezzale dei moribondi. Nato a Longobardi il 14 ottobre 1578, dai pii genitori, fu avviato allo studio ecclesiastico e , dopo aver compiuto con lode a Napoli gli studi filosofici e teologici,fu ordinato, sacerdote. Ma il padre Preste, uomo di ammirabile pietà, teologo Insigne e predicatore affascinante, si sentiva attratto alla vita religiosa, per cui il 14 giugno del 1606 nel Santuario di Paola diede il nome alla santa milizia dei Minimi.

in campo di fecondo apostolato per il padre Preste.Prese egli infatti a cuore la sorte dei poveri schiavi ed infedeli ed ottenne, per la sua bontà, rimettersi in contatto con la sede apostolica, esponendo dei casi difficili onde poterne ottenere la soluzione. Urbano VIII volle premiare il suo zelo , lo nominò missionario Apostolico e gli attribuì facoltà e privilegi che mai, dicono gli storici, erano stati concessi ad altri missionari. L'apostolato missionario del
Servo di Dio durò cinque anni, fino a quando cioè signori e titolati calabresi, edotti della sua prigionia lo riscattarono con versamento di 1500 ducati. Il Santo religioso lasciò a malincuore la prigionia e la sua partenza fu da tutti rimpianta: infedeli e cristiani per frenare la sua memoria trasformarono in piccola chiesa la stanza abitata dallo zelante missionario. Ritornato in Italia, Urbano VIII lo chiamò a Roma e lo nominò superiore generale dell'ordine, carica che occupò con tanto zelo da conciliarsi la stima e l'affetto dei confratelli che lo consideravano come San Francesco redivivo. Oltre ad essere un
religioso di rara virtù fu anche uno studioso eruditissimo e autore di molte opere l'indole ascetica e mistica. Morì a Roma il 30 agosto 1643, e quando il Papa Urbano VIII ne apprese la
morte da un religioso, uscì con questa espressione: <<voi avete perduto un grande sostegno ed ornamento della vostra religione, io però un santo amico>>.
E. F.