LA TORRE DEI SANTI QUARANTA

Le incursioni saracene con saccheggi e deportazioni a danno dei paesi indifesi delle coste della Calabria si erano accentuate. Nel 1534 San Lucido era stato devastato dalle truppe di Solimano e si parla di duemila prigionieri strappati alla loro terra. Si corse ai ripari con un sistema di torri
costieri di vedetta, assegnandovi militi incaricati di segnalare con fuochi e altri mezzi, o per mezzo di veloci corrieri a cavallo, l'avvistamento di imbarcazioni sospette. Il vicerè Pietro di Toledo, nel 1550 mandò in Calabria Fabrizio Pignatelli, marchese di Cerchiara, con l'incarico di fare costruire numerose torri nei punti più adatti della costa.Così abbiamo notizia,dal 19 dicembre 1572,anche delle torri denominata Santi Quaranti,
nel territorio di Longobardi. Il toponimo già l'abbiamo trovato nel 1484, nel registro conservato nell'archivio dell'abbazia di Subiaco. Vi sorgeva
la chiesa di S. Sofia e il nome ora rimasto è "Timpone". Anche se si ha notizia della torre nel 1572, poteva risalire a qualche anno prima. E' certamente uno dei migliori posti di osservazione,
da dove si può spaziare ad enorme distanza, sul mare, sulla costa e sulla montagna.

compagni in detta torre Ferrante Zupo e Giovanni de Santo. Più avanti nel tempo, troviamo addetti alla torre dei Santi Quaranti Scipione Coscarella, caporale e Giacinto Coscarella, soldato, nel 1660-1661 e ancora nel 1668-1669.